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Inferno, di Dario Argento, Recensione

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view post Posted on 18/8/2022, 10:15     +1   +1   -1
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Aceto Balsamico™ LS
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Inferno è un film del 1980 scritto e diretto da Dario Argento. Il film fa parte della trilogia delle Tre Madri, iniziata nel 1977 con Suspiria. Il film si avvale di attori come Alida Valli, Daria Nicolodi, Eleonora Giorgi, Gabriele Lavia, Irene Miracle, Leopoldo Mastelloni, Veronica Lazar e Sacha Pitoëff.

"La trama si sviluppa tra New York e Roma. Rose Elliot è una giovane poetessa newyorkese che ha acquistato un antico libro intitolato Le Tre Madri, scritto da un tale Emilio Varelli, architetto ed alchimista. Lo scrittore racconta nel suo libro di tre divinità infernali per le quali ha costruito le rispettive dimore in Europa (Roma e Friburgo) e a New York. La ragazza si convince di abitare proprio nella casa-sede di una delle tre Madri degli Inferi. Farà in tempo a scrivere una lettera a suo fratello Mark, residente a Roma, prima di seguire le indicazioni del libro e scendere nel sotterraneo del palazzo alla ricerca di una presunta “seconda chiave” citata nel libro… Preoccupato dai contenuti della lettera, il fratello va a New York dove la sorella risulta scomparsa in circostanze poco chiare. Comincia una sua personale indagine, che lo porterà a scoprire realtà agghiaccianti".

Forze irrazionali, misteriose, in un mondo magico e minaccioso. È l’universo di Dario Argento, coadiuvato da un uso esasperato dei colori, da una fotografia memorabile e da effetti visivi creati dal maestro Bava (Mario). In mezzo ad oscure scenografie, i protagonisti si muovono tra Roma e New York in un susseguirsi di eventi impossibili da prevedere perché apparentemente privi di logica. Sono gli antichi segreti nascosti nell’architettura di tre vecchi edifici costruiti dall’architetto Varelli a scatenare il caos, in una visione d’insieme delirante e visionaria.

Le atmosfere sono sinistre e la colonna sonora si sposa bene con le immagini che si incollano all’iride. Gli omicidi non sono particolarmente truculenti ma sempre ben architettati e originali: Carlo si prende un coltello nel collo con “Va Pensiero” in sottofondo, Kazanian viene sbranato dalle pantegane e poi terminato dal proprietario di un chiosco con un colpo di lama sul collo, a John strappano gli occhi (questa scena merita di essere messa in pausa per vedere il lavoro di make-up). Tutto contribuisce a dare libero sfogo all’estro di Argento e, come in un’allucinata discesa nelle viscere dell’inferno, le cose accadono e basta e lo spettatore passivamente deve accettarlo senza farsi tante domande.

Il film costò 6 miliardi di lire e ne incassò soltanto 4, rivelandosi un flop al botteghino. Argento nella sua veste più horror non fu compreso; io stesso, pur apprezzando quest’opera, preferisco il Dario “giallista”. Ma Inferno è un punto di arrivo, nel bene e nel male è il risultato di tutto ciò che era venuto prima: la trilogia degli animali, Profondo Rosso e Suspiria. Una storia che forse pecca solo nella sua conclusione, un po’ strampalata ma pur sempre parte di un flusso estetico e di un’idea del fare il male per volere del male stesso: interpretando una frase della lettera della sorella (sotto la suola delle tue scarpe cit.), Mark si introduce nei quartieri nascosti del palazzo in cui lei viveva, dove incontra prima un anziano invalido, che si rivela essere l’architetto Varelli, che tenta invano di assassinarlo, poi la sua infermiera che si presenta quale Mater Tenebrarum, nonché la personificazione della Morte. Segue una fuga disperata dal palazzo in fiamme che si ripiega su sé stesso. Tutto molto caotico, quasi “no-sense”, non c’è un vero filo conduttore e anche per questo risulta un po’ troppo raffazzonato.

Argento decostruisce le convenzioni del cinema horror del tempo (anche se, a mio modo vedere, in Italia qualcuno lo farà anche meglio in quello stesso periodo) e tira fuori un film in cui le logiche narrative e spaziali cedono il passo all’idea di orrore puro e surreale. “Io sto morendo ma niente potrà mai cambiare, loro non vogliono che cambi nulla, io sono solamente un servo. In queste case maledette c’è qualcuno che aspetta, ti sta osservando e tu sei polvere al suo confronto, ricordatelo”, dice Varelli a Mark prima di esalare l’ultimo respiro. Proprio questo messaggio racchiude la poetica di Inferno, dove tutti sono impotenti di fronte alla morte e all’illogicità della vita. Un film imperfetto, potente, da vedere. (★★★★½)

Edited by aceto balsamico - 18/8/2022, 11:32
 
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view post Posted on 11/5/2023, 08:49     +2   +1   -1

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Era stato annunciato da Midnight Factory anni fa, spero lo portino al più presto, uno dei miei argento preferiti
 
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