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Brood - La covata malefica, di David Cronenberg, Recensione

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view post Posted on 6/9/2022, 07:39     +1   -1
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Aceto Balsamico™ LS
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Brood - La covata malefica (The Brood) è un film del 1979 scritto e diretto da David Cronenberg.

Toronto. Il professor Hal Raglan (Oliver Reed) è uno psichiatra, inventore della pratica denominata “psicoplasmia”, la quale costringe i pazienti ad una rigida reclusione con interrogatori serrati. Tra questi c’è Nola (Samantha Eggar), la moglie di Frank Carveth (Art Hindle) e madre della piccola Candice (Cindy Hinds), una donna tormentata da gravi problemi psichiatrici. Frank trova dei segni sul corpo della figlia ed è convinto che sia stata la moglie a farle male, così è deciso a non permetterle più di vedere Candice. Inoltre, è convinto che il dottor Raglan sia solo un ciarlatano ed è determinato a bloccare le sue attività. Iniziano però a verificarsi degli strani ed efferati omicidi che portano il marito di Nola ad indagare. La chiave del mistero, guarda caso, si trova proprio nella clinica di Raglan…

Un horror allucinato basato su un universo narrativo in cui è possibile plasmare la psiche; dove l’interiorità umana, i suoi pensieri, stati d’animo e inquietudini, prendono forma grazie ad un’innovativa terapia proposta da Hal Raglan, un luminare dalle cure alternative che sperimenta sui propri pazienti nella sua clinica. Durante le sedute lo psichiatra si immedesima in una figura vicina ai pazienti, portandoli a un punto di rottura e riportando in superficie i loro traumi, che si sfogano non solo attraverso l’emotività, ma anche tramite numerose escrescenze che si generano sul loro corpo e che assumono una funzione comunicativa.

Anche il corpo di Candice presenta dei segni sulla schiena che sembrano essere il frutto di una violenza subita da qualcuno e ciò porta Frank ad insospettirsi. Il film è sorretto da una sceneggiatura essenziale che non si perde troppo in banalità e su un montaggio grandioso. Brood nasce potenzialmente come un convenzionale dramma familiare che scava nelle dinamiche affettive di una famiglia disfunzionale per poi mutare in qualcosa di surreale e perverso con la materializzazione di questi piccoli mostri deformi senza organi sessuali né ombelico, quindi creature “mai realmente nate, non nel modo in cui nascono gli esseri umani”.

Sono “figli della rabbia” di Nola e nascono a seguito degli interventi di “psicoplasmia” del dottor Raglan, animati e regolate nelle loro azioni dal suo equilibrio instabile. La madre di Candice nutre un rapporto ambivalente di amore e odio nei confronti delle sue figure d’affetto e questo espone tutte le persone a loro vicine, familiari e no, al rischio di subire un’aggressione. Tra psicoanalisi e psicodramma, vengono presi di mira la nonna materna, Juliana, il nonno materno, Barton, e la maestra di Candice, Ruth Mayer, aggredita all’asilo e presa a martellate sotto gli occhi innocenti di tutti i bambini. Cronenberg non risparmia nessuno e anzi, i bambini sono i primi spettatori degli orrori commessi dai mostriciattoli inespressivi che a loro volta somigliano terribilmente a dei piccoli scolaretti.

Terrificante a livello visivo grazie a degli splendidi effetti speciali in analogico ma anche a livello concettuale, perché il corpo che muta in qualcosa di mostruoso e la rabbia che prende forma e modella la materia sono un’immagine potentissima. Il finale è da amare per quanto è disgustoso, distrugge quanto più di bello dovrebbe esserci al mondo: la nascita di un figlio, che si trasforma appunto in una covata da conati di vomito. Prima dei titoli di coda fa anche in tempo a redimersi, almeno in parte, anche il dottor Raglan che dimostra di non essere pienamente consapevole delle conseguenze dei suoi esperimenti. Torna uno dei cavalli di battaglia del regista: la critica verso l’uso eccessivo della scienza e della medicina.

La scena conclusiva dell’ape regina, come viene chiamata Nola da uno dei pazienti curati nella clinica, è senza dubbio la più memorabile del film e in generale una delle più difficili da digerire nonché strazianti in generale. Nola sembra quasi gustare il neonato partorito dall’escrescenza che ha sullo stomaco, mordendo il “bozzo” prima e leccando via la placenta e il sangue che ne ricoprono il corpo in seguito. Anche l’epilogo è senza speranza, nonostante Frank riesca a portare in salvo la figlia.

Non il migliore di David Cronenberg, ma certamente un classico horror da vedere, anche per il grottesco di alcune situazioni. Inquietante e crudele. Diciamo che il voto è in parte tarato facendo un paragone con altri suoi lavori: non lo considero migliore de La Mosca o di Videodrome, ma l’ho preferito a Scanners. (★★★★)
 
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