Terminata la lettura (durata quanto? Una settimana? Tre giorni?) di 'Annientamento' ("Annihilation") di Jeff Vandermeer, primo capitolo della Trilogia dell'area X (Southern Reach Trilogy) e base per l'omonimo (magnifico) Film di Alex Garland.
Le differenze tra le due Opere (quella letteraria di Vandermeer e quella cinematografica di Garland) sono nettamente superiori agli elementi in comune, tant'è che l'Autore di "Ex Machina" definirà il suo lavoro «a memory of the book», ma dai punti in comune si possono iniziare a trarre interessanti osservazioni. Innanzitutto, oltre alla natura al contempo mutante e assimilate dell'area X (che si nutre della struttura genetica di ciò che la attraversa creando miscugli e cambiamenti sublimi e inquietanti), in entrambi i media la protagonista è una biologa che si arruola per una spedizione nell'area spinta dalla sorte del marito, partecipante alla spedizione precedente. In entrambi i lavori la spedizione della protagonista è composta soltanto da donne, tutte scienziate appartenenti a campi differenti e con la psicologa come leader dalle motivazioni ambigue. In entrambe le storie avvengono contaminazioni mutanti negli organismi dei personaggi, c'è l'importanza di un faro, l'incontro con una creatura totalmente misteriosa caratterizzata da una natura mutaforme, l'accenno ad un'espansione costante dell'Area X e a 'cloni'... Entrambe le opere inoltre sono narrate in prima persona dalla protagonista, lasciando intendere che la narrazione sia funzionale al lavoro di ricerca o comunque parta ufficialmente in questo modo.
Le differenze, comunque, come ho detto sono molto più numerose e per questo, piuttosto che stare qui ad elencarle, faccio prima a parlare in generale del Libro e delle riflessioni suscitate in sé, magari facendo ancora qualche collegamento col Film (lavoro, questo, che poi è il motore principale del desiderio che spesso mi prende di affrontare le Opere, letterarie ma non solo, da cui sono tratti Film che ho visto più volte e che amo).
La tematica che, col procedere della lettura e in particolare avvicinandomi al Finale, mi ha colpito maggiormente (e che si nota di meno nel Lavoro garlandiano, anche se mi sa che da ora in poi lo troverò più evidente pure lì) è la visione decisamente poco antropocentrica che emerge dal modo in cui la biologa protagonista (senza nome nel Romanzo, come tutti i personaggi definita per la sua occupazione, anche se il marito, pur essendo indicato come medico, è spesso identificato solo come 'marito') vive il mondo estraniante in cui si ritrova ma con cui di fatto vedeva in passato già il mondo 'normale'. L'abbattimento dei confini 'suprematisti' dell'essere umano, inteso come individuo e 'macrociviltà' dominante, è un tema forte anche nel Film e anche qui si intreccia a complessi dilemmi esistenziali sull'identità personale, la propria appartenenza ad un macrocosmo declinato come un macrorganismo speculare al proprio organismo interiore. Qui si sottolinea una correlazione tra pensiero, espresso in parole, e organicità, tanto da rendere una litania, misteriosamente incisa dalla creatura principale (che sarebbe a mio avviso riduttivo definire 'antagonista', anche se poi schematizzando freddamente si può dire che assolva questo tradizionale compito narrativo) ovvero lo 'Scriba' (in italiano, in english pare sia chiamato 'crawler'), una sorta di prodotto organico che per certi versi diventa un organismo a sé stante. Anche i diari delle spedizioni precedenti assumono un ruolo quasi vivente nella narrazione, tanto da essere introdotti come una montagna.
Tutto questo comunque, e il Film manterrà a modo suo questa caratteristica, essendo narrato in prima persona e in modo illogico apre forti dubbi sull'attendibilità di quel che ci viene descritto, che quindi potrebbe essere frutto di una semplice allucinazione, ma forse di un'allucinazione tutt'altro che semplice che si fonde con l'(apparente) Anti-logicità del mondo che impossessa l'Area X. La Protagonista, per certi versi, diventa la vera Antagonista, non tanto (e/o non solo) di sé stessa ma della missione in cui si fa arruolare.
E mi piace chiudere così, un po' bruscamente, questo mio flusso di pensieri: non posso non consigliare caldamente la lettura di questo Libro (e la visione del Film derivato), e soprattutto so che non potrò trattenere a lungo la curiosità per i capitoli successivi della Trilogia, ma anche il desiderio di rileggere il libro corrente in lingua originale.